Digiuno secco – Gli ultimi sviluppi della digiunoterapia in Russia – Sergej Filonov

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Il libro del dr Sergej Filonov si pone il fine di fornire agli interessati tutte le conoscenze pratiche necessarie per un corretto svolgimento di una pratica di digiuno secco autonoma, entro i limiti di sicurezza. Nel testo troverete protocolli, schemi e istruzioni dettagliate relative alla preparazione, allo svolgimento e all’uscita dal digiuno secco.

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DESCRIZIONE:

Il digiuno non èmera rinuncia al cibo. Così come esistono regole da seguire a seconda del regime dietetico che si affronta o si è costretti ad osservare, esistono anche regole per portare avanti una pratica di digiuno in modo da ottenere risultati duraturi con il minimo del disagio. Se si conoscono queste regole, non si verrà coltidi sorpresa in caso di insorgenza di nauseeo mal di testa o altri fastidi durante una pratica di digiuno, nè si avranno dei dubbi se e come utilizzare clisteri o come pianificare la propria giornata. Si saprà a quali campanelli d’allarme prestare attenzione, come continuare e completare la pratica nel modo più efficace, quali cibi e bevande prediligere per una corretta rialimentazione. Inaltri termini, conoscere le leggi del digiuno aiutaadottenere ottimi risultati ead evitare, per quanto possibile, effetti collaterali.

Molte delle regole del digiunoillustrate dal dr. Sergej Filonov nella sua monografia furono sviluppate dai medici sovietici negli anni ’60 -’90del secolo scorso. In quei decenni il Ministero della Salute dell’URSS si era impegnato a condurre un’ampiaricerca multidisciplinare avente l’obiettivo di introdurre il digiuno come metodo di trattamento nella pratica clinica. Sulla base dei risultati di questi studi il Ministero produsse in seguito le linee guida permedicicontenenti protocolli dettagliati e raccomandazioni per l’utilizzo del digiuno a scopi terapeuticiin strutture ospedaliere attrezzate.

Una delle scoperte fatte dagli scienziati sovietici e russi in quegli anni fu il digiuno secco, un metodo che prevede di sottoporre il paziente ad astinenza totale da cibo e acqua (liquidi). Si prestò attenzione a quest’approccio allo scopo di ridurre la durata del digiuno classico con acquae contenerne i costi digestione. Il fatto è che per ottenere solidi effetti terapeutici, un digiuno idrico dovrebbe durare dalle 2,5 alle4 settimane, un tempo di degenza ospedaliera molto lungo. Nei primi anni ’90vennero condotti degli studi per comprovare l’efficacia e la sicurezza del digiuno secco e risultò che, per efficacia, un giorno di digiuno secco corrispondeva approssimativamente a tre giorni di digiuno conacqua. Questa scoperta permise di ridurre significativamente i tempi e i costi di trattamentoe di lì a poco inRussia, nella pratica clinica, si diffuse largamente il cosiddetto metodo combinato:3 giorni di digiuno secco(assoluto), seguito da 10-14 giorni di digiuno idrico (completo).

Si evinse inoltre un particolare curioso: contrariamente a quanto ci si sarebbe potuto immaginare, il digiuno secco risultava generalmente molto più tollerabile di quello con acqua. Si tratta di una constatazione preziosa e di massima convenienza per gli appassionati del digiuno oggi più in voga, il digiuno intermittente: sostituendo la modalità classica 5(alimentazione normale): 2(digiuno idrico)con la modalità “secca” 6(alimentazione normale): 1(digiuno secco) si finisce infatti per guadagnare un giorno in più per la vita professionale e sociale, senza ridurreed anzi aumentando gli effettidel digiunoclassico.

Da circa 25 anni il dr. Filonov applica il digiuno secco lavorando con i suoi pazienti. Partendo dai risultati scientifici ottenuti dai medici sovietici che studiarono l ‘efficacia del digiuno secco di 3 giorni, ha sviluppato un suo metodo personale che l’ha portato ad assistere pazienti fino a un massimo di 11 giorni. Il suo libro è scritto per coloro che vogliono provare ad affrontare in condizioni domestiche un digiuno breve-medio e avere un’idea deldecorso del digiuno lungo e assistito (7-11 giorni) e contiene tutti i protocolli di preparazione, entrata e uscita dal digiuno secco oltre ai consigli, alle indicazioni e alle regole da osservare per condurre una praticamassima sicurezza e serenità. Lamonografia del dr Filonov, Digiuno secco – Gli ultimi sviluppi della digiunoterapia in Russiaè l’unico libro che spieganeldettaglio come affrontare ildigiuno a secco di varia durata. Esso sintetizza le conclusioni del lavoro scientifico condotto dai medici russi negli anni ’90 e include tutti i risultati ottenuti dal dr Filonov nel corso della sua lunga esperienza personale sul campo, con i pazienti.

Se al digiuno secco di breve durata (fino a 3 giorni) è stata dedicata una certa, per quanto scarsa, attenzione da parte di fonti scientifiche, quello più lungo erarimasto terra incognita. Il libro del Dr. Filonov colma questo vuoto e si posiziona come lavoro pionieristico unico nel suo genere, pur non rivendicando lo statusdi lavoro scientifico. Ci auguriamo che esso riesca a suscitare l’interesse non solo dei sostenitori deldigiuno ma anche degli scienziati e dei ricercatori già impegnati ad indagare questo settore.

Indice completo del libro digiuno secco

Storia della divulgazione del digiuno secco in URSS-Russia

Il lavoro di ricerca sulle proprietà curative del digiuno secco fu iniziato in URSS negli anni ’80. A quel tempo, il metodo del digiuno umido aveva già un suo fondamento solido e stabile nella pratica medica. A Mosca, Leningrado e in molte altre città dell‘ URSS, lavoravano team di medici esperti che da tempo applicavano con successo questo metodo per trattare un’ampia gamma di patologie. Erano tutti studenti del professor Jurij Nikolaev, il fondatore della scuola sovietica di digiuno terapeutico, la RDT (Razgruzočno-dietičeskaja terapija).

Jurij Nikolaev (1905-1998), psichiatra di professione, arrivò ad apprezzare il digiuno come metodo terapeutico negli anni ’50, mentre lavorava in un ospedale psichiatrico e si occupava di pazienti affetti da schizofrenia. Successe che un giorno, contravvenendo alla prassi consolidata, egli decise di assecondare un paziente che si rifiutava di mangiare e scoprì che tale rifiuto del cibo influenzava positivamente le condizioni del paziente. Incuriosito dalla scoperta, lo psichiatra sperimentò a lungo con altri pazienti e si convinse dell’efficacia del metodo. Nel 1960 egli presentò la sua tesi di dottorato dedicata agli effetti del digiuno umido sui pazienti affetti da schizofrenia e in seguito continuò ad approfondire l’argomento, estendendo l’applicazione del digiuno anche al trattamento di altre malattie.

Grazie al suo entusiasmo, ai numerosi riscontri e ai risultati positivi ottenuti da lui e dalla sua équipe di specialisti, gli riuscì di coinvolgere e addirittura affascinare la comunità medico-scientifica del tempo fino ad ottenere il preziosissimo supporto dal Ministero della Salute dell’URSS. Il riconoscimento dell’efficacia della digiunoterapia da parte di un ente conservatore come il Ministero Sovietico della Salute diede al metodo un grande rilancio, permettendogli di raggiungere livelli superiori di divulgazione e sviluppo. Dopo tale approvazione, negli ospedali di diverse città dell’enorme paese vennero aperti reparti di digiunoterapia. A partire dal 1969 il Ministero della Salute cominciò a pubblicare periodicamente le linee guida per i medici sull’impiego del digiuno nel trattamento di malattie neuropsichiatriche, cardiovascolari, polmonari (asma bronchiale), del tratto gastrointestinale e dell’apparato locomotore (artrite reumatoide).

Medici-ricercatori iniziarono a pubblicare articoli scientifici su questi argomenti e a dedicarci tesi di dottorato. In totale, nel periodo dal 1960 al 2010, in URSS-Russia sul tema del digiuno terapeutico furono pubblicate diverse centinaia di articoli scientifici e 84 furono le tesi di laurea dedicate alle seguenti branche:
pneumologia – 19 tesi
cardiologia – 19 tesi
neurologia e psichiatria – 18 tesi
gastroenterologia – 10 tesi
fisiologia e fisiopatologia – 10 tesi
ematologia – 3 tesi
dermatologia – 2 tesi
endocrinologia – 1 tesi

Tra questi lavori ne distinguiamo due, dedicati espressamente al digiuno secco. Il primo è lo studio del dr. Valerij Zakirov datato 1990 che descrive l’applicazione del metodo del digiuno nel trattamento di pazienti con asma bronchiale associata ad altre patologie degli organi interni. Zakirov, osservò e confrontò gruppi di pazienti asmatici trattati con metodi diversi:
farmacologico (225 persone), digiuno umido (120 persone) e digiuno secco combinato a digiuno umido (30 persone. Più precisamente quest’ultimo gruppo fu fatto digiunare a secco per 3 giorni.).
Sulla base dei risultati ottenuti il ricercatore arrivò alla conclusione che il digiuno, nel trattamento dell’asma bronchiale, risultava essere un approccio più efficace rispetto a quello farmacologico tradizionale e, nella fattispecie, il digiuno secco di 3 giorni risultava meglio tollerato dai pazienti, permettendo inoltre di ridurre la durata complessiva della terapia se utilizzato in combinazione col digiuno umido.

L’autore della seconda importante tesi sul digiuno secco è il dr. Igor Evgenevič Chorošilov che nel 1994 pubblicò i risultati di un esperimento commissionatogli da uno dei dipartimenti militari statali interessato alla questione della sopravvivenza umana in assenza di cibo e liquidi. Igor Chorošilov nella sua ricerca studiò le condizioni di un gruppo di volontari (tutti medici) che accettarono di sperimentare un digiuno secco di 3 giorni condotto praticamente all’interno di una barocamera che serviva a creare un ambiente esterno controllato. Prima e dopo il digiuno secco i volontari furono sottoposti a molte analisi (dello stato del sistema cardiovascolare, digestivo, urinario, dello stato del metabolismo delle proteine, dei carboidrati, dei lipidi e dell’equilibrio idrosalino) e furono studiati i cambiamenti della regolazione neuroumorale del loro organismo. Sulla base dei dati rilevati, il ricercatore arrivò alla conclusione che un digiuno secco di 3 giorni non causava alcuna sofferenza ai sistemi dell’organismo.

Attenzione! Il fatto che i ricercatori abbiamo concluso che un digiuno secco di 3 giorni non sia pericoloso per la salute non significa che ad esso, ai suoi annessi e connessi non si debba prestare massima attenzione. Nell’intervista che il dottor Chorosilov ci ha gentilmente concesso nel 2019 egli osservava che durante il digiuno (sia secco che umido o idrico), raramente si registrano gravi problemi di salute, tuttavia essi possono verificarsi in seguito, a causa di un’errata o smoderata rialimentazione.

Al dottor Chorošilov non bastava essere arrivato alla conclusione che il digiuno secco dosato (3 giorni) non arrecasse danno perché era interessato a indagare anche se e quali potessero essere i benefici di detto metodo. Condusse quindi una sperimentazione clinica sottoponendo a digiuno combinato (cioè 3 giorni di digiuno secco e vari giorni di digiuno idrico) un gruppo di pazienti e arrivando a una serie di conclusioni, illustrate nella sua tesi di laurea (dove si riporta l’ elenco delle malattie per le quali l’autore raccomanda il digiuno combinato, prima secco e poi idrico o umido).
E’ ormai risaputo che, per efficacia, un giorno di digiuno secco equivale a tre giorni di digiuno idrico. Ma chi fu il primo ad affermarlo? Fu proprio il dr. I. E. Chorošilov nel 1994, in seguito al suo famoso esperimento su medici volontari di cui scrivevamo sopra.

I risultati ottenuti da Zakirov e Chorošilov nelle loro ricerche fornirono dunque le evidenze scientifiche che permisero ad altri medici della scuola di digiunoterapia russa di applicare con maggior coraggio il metodo del digiuno secco da solo o in combinazione con il digiuno idrico. In seguito, un grande contributo alla divulgazione del digiuno secco provenne anche da L. A. Ščennikov, V. P. Lavrova e S. I. Filonov che a partire dagli anni ’90 cominciarono ad appassionarsene e a sperimentare su di sé e sui pazienti in numerose pratiche, contribuendo con ciò ad approfondire gli aspetti del metodo, ad affinare l’ elenco di indicazioni e controindicazioni e a raccogliere elementi utili e fondamenti per estendere cautamente i tempi di pratica (fino a 11 giorni).

A quel tempo il Ministero della Salute non aveva ancora diffuso le linee guida sull’applicazione del digiuno a secco e questi ricercatori indipendenti condussero le loro sperimentazioni per lo più autonomamente, a loro rischio e pericolo. Ognuno di loro sviluppò un metodo proprio e a seconda del tipo di patologia arrivarono ad assistere pazienti in digiuni di durata di 7 giorni e fino a 11 giorni.

Il primo di questo ricercatori indipendenti ad essere riconosciuto ufficialmente fu Leonid Aleksandrovič Ščennikov. Nel 1993, dopo ripetute verifiche, le autorità gli concessero il brevetto per il “Metodo di riabilitazione dell’organismo”, un approccio terapeutico che includeva il digiuno secco per un periodo di 7 giorni e oltre, fino a 11 giorni. Tale metodo si prefiggeva il fine di “depurare l’organismo dai prodotti del metabolismo incompleto, causa di tossiemia, ripristinare lo stato immunologico naturale, aumentare le difese e la risposta immunitaria ad agenti esterni, smaltire le scorie provenienti da trattamenti farmacologici, prevenire ed eliminare le disfunzioni dell’organismo”. Prima di concedere il brevetto al suo autore, una commissione di esperti statali testò il metodo su un gruppo di 20 pazienti di età compresa tra i 20 e i 63 anni e affetti da varie patologie:
ipertensione, osteocondrosi, malattie cardiovascolari, cancro ai polmoni, asma bronchiale, calcoli renali, indigestione, ulcera gastrica, vene varicose, disturbi metabolici, malattie croniche dell’apparato ORL, immunodepressione, fibroma uterino.

La verifica avvenne in una struttura di cure termali. La commissione era composta da sei professori operanti in istituti medici statali. L’esperimento durò 14 giorni: 2 giorni di preparazione al digiuno, 9 giorni di digiuno a secco e 3 giorni di uscita. Durante questa pratica i pazienti furono continuamente sottoposti a una valutazione clinica approfondita delle loro condizioni, al monitoraggio dei parametri biochimici, immunologici e fisiologici. Furono registrati i cambiamenti degli indici del sangue, delle urine, della pressione sanguigna, del peso corporeo e di altri parametri. Alla fine della verifica la commissione di esperti confermò e documentò la presenza di rilevanti effetti positivi del digiuno a secco sullo stato di salute di 18 pazienti su 20. La commissione approvò quindi la larga applicazione del metodo Schennikov a fini di benessere fisico e prevenzione malattie. Finalmente, nel 2005, il Ministero della Salute della Russia incluse il metodo del digiuno secco nelle sue Linee guida, limitandolo a 3 giorni soprattutto nella variante del digiuno combinato (3 giorni di digiuno secco e giorni di digiuno idrico a seguire).

 

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